Ieri gran soirée al Rough Trade East, immenso negozio di dischi nato da un'idea della Rough Trade Records, casa discografica londinese nota ai più per aver prodotto band del calibro di Arcade Fire, The Strokes, Belle and Sebastian e Albert Hammond Jr.
Il Rough Trade East apre nel 2007 a Brick Lane, celebre strada dell'East End londinese che collega da sud verso nord Whitechapel High Road a Bethnal Green Road, rinomata per essere un vivido centro artistico con frequenti iniziative ed esposizioni (a volte proprio all'interno di bar e locali), numerosi atelier di moda e famose opere di street-art tra le quali, peraltro, spiccano alcuni lavori di Bansky.
Fin dalla sua nascita il RTE è stato la mecca di chi è alla continua ricerca dell'ultima uscita musicale sullo scenario britannico (se non internazionale). Come la maggior parte dei negozi che si affacciano su questa via, anche il Rough Trade East grida a gran voce il suo anticonformismo con pareti ricoperte di posters originali, artworks e miriadi di copertine alcune delle quali risalgono, pensate, ai primi anni Ottanta.
All'interno, accanto ad una selezione di CD e vinili senza pari, si trova una vasta sezione libri che include numerosissimi Steidl (alcuni dei più significativi libri di fotografia, arte e moda presenti sul suolo britannico), un angolo bar, un photo-booth, ma soprattutto... un live stage!
Protagonisti del momento live di ieri sera: i Gang of Four, gruppo post punk britannico, formatosi a Leeds nel 1977. La band suona punk rock fortemente influenzato da funk e dub reggae, e si dedica a temi incentrati sulle difficoltà della società moderna.
I Gang of Four sono la band più imitata degli ultimi due decenni: Liars, Rapture, Franz Ferdinand, Futureheads & C. sono tutti, a vario titolo, figli loro. Figli di quell'incredibile impasto di ritmiche ossessive e schitarrate atonali che ora sta per vivere un clamoroso ritorno in scena.
Lo stile di Gill (chitarra) pare ispirarsi a Wilko Johnson e ai Dr. Feelgood. Jon King (voce) è invece solito ballare sul palco secondo uno stile difficilmente imitabile tanto che ieri, appena ha accennato i primi "passi di danza", i miei amici ed io siamo rimasti a bocca aperta, letteralmente rapiti da quell'esperienza estatica senza precedenti!
Paul Morley ha descritto la loro musica come "una sorta di funk demente, incredibilmente bianco ma anche molto oscuro dato l’impegno politico e gli slogan provocatori, e quanto più vicino possibile al meglio del blues e di Jimi Hendrix". Io non posso che concordare pienamente con lui!
Impossibile, per finire, non citare la prima inquadratura del film Marie Antoinette di Sofia Coppola. La regina di Francia, impersonata da una conturbante Kirsten Dunst, sorride allo spettatore, mollemente stesa su un triclinio. Il lusso patinato ed erotico della scena viene però sconvolto dalla musica fuori campo: è una pulsione martellante e nevrastenica. E' un uomo che grida frasi come: non c'è fuga dalla società / la natura non c'entra niente / i vostri rapporti sono di potere / tutti abbiamo buone intenzioni ma tutti siamo manovrati. Sono i Gang Of Four.
Insomma, ancora una volta Londra ha offerto il giusto mix per rendere una serata infrasettimanale priva di aspettative uno spettacolo davvero trasecolare!
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