sabato 4 dicembre 2010

ELIZABETHTOWN


Qui piove, piove e ancora piove. Ininterrottamente da tre giorni. Le lavatrici non asciugano e le scarpe ci vuole un'eternità prima che possano essere rindossate senza che i piedi facciano i vermi. Proprio perciò ieri sera ho deciso di starmene a casuccia a guardare un film.
 
Rapita dall'abile regia di Cameron Crowe in Singles (si veda il post dell'11 ottobre) decido di far cadere la mia scelta su di uno dei suoi film. E poiché adoro Kirsten Dunst la scelta non risulta difficile: Elizabethtown (2005). Nel cast, oltre alla giovane attrice americana, Orlando Bloom, Susan Sarandon, Alec Baldwin, Bruce McGill, Judy Greer e Jessica Biel. 

 


Un po' di trama. Dopo aver causato, con la sua ultima invenzione, una perdita di svariati milioni di dollari alla società produttrice di scarpe per cui lavora, Drew Baylor (Orlando Bloom) viene licenziato e lasciato dalla sua fidanzata nello stesso giorno. Disperato e sull'orlo del suicidio, riceve una telefonata che gli annuncia la morte del padre. Deve tornare nel paesino del Kentucky in cui è nato, Elizabethtown, per svolgere le ultime volontà del padre Mitch: sparge le sue ceneri in Arkansas, giù nel fiume White. Sull'aereo che lo porta a casa, conosce una hostess di volo, Claire Colburn (Kirsten Dunst), che gli farà ritrovare l'amore e la fiducia in se stesso. Drew imparerà a conoscere e ad apprezzare il proprio padre e la propria famiglia soltanto durante i preparativi del funerale. Ad accompagnarlo in questo viaggio sono l’irrefrenabile ottimismo della giovane Claire e il gruppo di familiari grazie ai quali capirà, in modo alquanto singolare, la vera essenza della vita.




















Che dire delle musiche? Perfette. Del resto un’intera giovinezza spesa come corrispondente della rivista Rolling Stone si fa sentire, quando serve! Neppure necessita un affetto preesistente per quel tipo di musica, perché è l’amalgama che conta e le ballate dei vari Tom Petty o Elton John si fondono in modo alchemico ai campi lunghi lungo le highway o ai rallenty della mano di Drew mentre sparge le ceneri del padre dal bel ponte giallo di Beaver, Arkansas, giù nel fiume White. 




Insomma, il film è un'originale commedia sull’essenza della vita, quasi una favola comica e ottimista che affronta il tema della vita e della morte in maniera intensa e sorprendente. Decisamente uno dei miei preferiti!





Concludo questo post con una citazione del protagonista che la dice lunga sulla pellicola e sul genere di rifessioni che può sucitare:

Nessun vero fiasco è mai derivato dalla mera ricerca del minimo indispensabile. Il motto delle Forze Speciali dell'Aeronautica Britannica è Chi osa, vince. Un piccolo germoglio di vite è in grado di crescere anche nel cemento. Il salmone del Nord-Ovest del Pacifico è pronto perfino a morire per la sua ricerca, viaggiando centinaia di miglia, controcorrente, con un unico scopo: il sesso naturalmente. Ma anche la vita!

 

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