lunedì 11 ottobre 2010

SINGLES


Seattle, anni '90. Steve è un progettista urbano, single convinto, ma che tuttavia non esita a provarci con Linda, un’ecologista dai complicati trascorsi amorosi. Janet ha mollato gli studi, lavora come cameriera in un caffè ed è perdutamente innamorata di Cliff, sedicente musicista dei Citizen Dick (con i tre quinti dei Pearl Jam!), interessato più a musica e divertimento che alla sua compagna. A chiudere questa curiosa combriccola c’è Debbie, alla disperata ricerca di un partner che decide di affidarsi ad uno spot televisivo che combina incontri. 











 
 
A cultizzare il cast prestigiosissime guest stars come un giovanissimo Tim Burton nei panni dell’ex fidanzato comprensivo sempre pronto a riprovarci, un annoiato chirurgo, Bill Pullman, un Paul Giamatti beccato a pomiciare in un bar, un Tad Doyle dall’altra parte della cornetta, e dulcis in fundo un Eric Stolz nelle vesti di un mimo.

 








Essendo ambientato a Seattle, il film inquadra inevitabilmente la nascente scena grunge, sullo sfondo di mitiche esibizioni di Alice in Chains e Soundgarden. Scritto e diretto da Cameron Crowe - già regista di Almoust Famous ed Elizabethtown, nonché ex reporter di Rolling Stone - Singles è una commedia incentrata sull’amore e sui modi di rapportarsi ad esso. La trama, suddivisa in capitoli, semplice e a tratti mielosa, possiede quel finale prevedibile che lo rende tutto sommato un film piacevole.

A rendere Singles oggetto di culto tra gli appassionati sono le numerose citazioni musicali (e non) oltre che una splendida colonna sonora curata dall’ex dei Replacements, Paul Westerberg.






Come ogni scena musicale, quindi, il grunge trova in questo film il suo corrispondente cinematografico. La tomba di Jimi Hendrix, un murales dei Mother Love Bone, London Calling in vinile, uno scatto della Beatrice Dalle di Betty Blue, una t-shirt dei Mudhoney e via discorrendo. Grandi assenti i Nirvana.

Commedia spiritosa e di poco spessore, perciò adattissima a chi, come me, non ama particolarmente sedersi in poltrona e fissare per ore uno scatolotto luminoso.

 

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